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Dopo l’approvazione del Consiglio europeo, la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Standard Directive) è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 16 dicembre 2022. La direttiva, che modifica la normativa esistente in materia di rendicontazione della sostenibilità, verrà applicata a partire dal 1 gennaio 2024.

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha approvato la versione finale della proposta di European Sustainability Reporting Standards (ESRS), secondo quanto previsto dalla Direttiva sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD).

Sono state introdotte alcune modifiche. In generale, l’architettura degli ESRS è stata semplificata: gli obblighi di disclosure sono stati ridotti da 136 a 82 e gli standard da 13 a 12. Inoltre, è stato eliminato il riferimento alla presunzione relativa, sostituita da una valutazione di materialità da parte delle imprese combinata con un set di informazioni obbligatorie.

L’adozione definitiva degli standard è prevista da parte della Commissione entro giugno 2023. L’ EFRAG proseguirà poi a sviluppare gli standard di settore e quelli per le PMI. 

Tra le novità, la CSRD prevede che gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità siano applicati a tutte le imprese di grandi dimensioni, nonché alle PMI quotate a partire dal 2026, escludendo solo le microimprese.

Tuttavia, vige il principio di proporzionalità, dal momento che la direttiva prevede che i principi di rendicontazione di sostenibilità non gravino sulle spese delle imprese né sulla loro organizzazione amministrativa.

Per quanto riguarda l’informativa sul clima, oltre agli aspetti energetici particolarmente importanti in questo momento storico, devono essere comunicati sia i rischi fisici sia quelli di transizione delle imprese, nonché la loro resilienza e i piani di adattamento agli scenari climatici e all’obiettivo di neutralità climatica dell’UE entro il 2050.

Rispetto ai fattori sociali, invece, la CSRD prevede che vengano rendicontati aspetti come le condizioni di lavoro, il coinvolgimento delle parti sociali, la contrattazione collettiva, l’uguaglianza, la non discriminazione la diversità e l’inclusione, i diritti umani.

Infine, le informazioni che le imprese devono comunicare relative alla governance sono il ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo dell’impresa, le caratteristiche principali dei sistemi interni di controllo e gestione del rischio dell’impresa in relazione alla rendicontazione di sostenibilità, l’etica aziendale e la cultura d’impresa, le attività di lobbying, la gestione e la qualità dei rapporti con i clienti, i fornitori e le comunità interessate dalle attività dell’impresa.

Spostandoci sul fronte greenwashing, il 15 novembre le ESAs hanno pubblicato una call for evidence sul tema. L’obiettivo è comprendere i rischi e i casi di greenwashing che si verificano nel settore finanziario. Sarà possibile partecipare alla consultazione fino al 10 gennaio 2023

Sempre in relazione al contrasto al greenwashing, il 18 novembre l’ESMA ha annunciato l’avvio di una consultazione per la proposta di norme sull’utilizzo di termini legati alla sostenibilità o all’ESG nei nomi dei fondi di investimento. In particolare, la proposta principale dell’ESMA riguarda l’introduzione di soglie quantitative:

1) almeno l’80% degli investimenti deve soddisfare le caratteristiche ambientali o sociali o gli obiettivi di investimento sostenibile per poter utilizzare parole legate all’ESG nel nome;

2) almeno il 50% degli investimenti deve qualificarsi come investimento sostenibile per poter utilizzare il termine “sostenibile” nel nome del fondo.

La consultazione rimarrà aperta fino al 20 febbraio 2023

Il 1° dicembre il Consiglio dell’UE ha anche adottato la sua posizione negoziale sulla proposta di direttiva sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CSDDD). Nel testo, il Consiglio propone una serie di modifiche: approccio graduale nell’applicazione delle norme, introduzione del concetto di “catena di attività” di un’impresa, rafforzamento dell’approccio basato sul rischio e nuove indicazioni circa il regime di responsabilità civile. Per quanto riguarda gli operatori finanziari, diventa facoltativa per gli Stati membri l’inclusione dei servizi finanziari nell’ambito dei requisiti di due diligence. Il testo sarà ora oggetto di negoziati con il Parlamento europeo. 

Infine, lo scorso 6 dicembre 2022 è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento e il Consiglio sulla nuova legge europea contro la deforestazione. Il regolamento stabilisce che le aziende interessate dovranno condurre una rigorosa due diligence se immettono sul mercato europeo, o esportano da esso: olio di palma, bestiame, soia, caffè, cacao, legname e gomma, nonché prodotti derivati (come la carne di manzo, mobili o cioccolato). Ad oggi, gli operatori finanziari rimangono esenti da obblighi e la Commissione valuterà una loro inclusione tra due anni. Il nuovo regolamento dovrà ora essere formalmente adottato.

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